“Caro Signore, benché a lungo alienato,
l’Uomo non è perduto né del tutto cambiato. Forse è in disgrazia, non detronizzato,
E della sua signoria i cenci ha conservato: l’Uomo, il Subcreatore, questa riflessa Luce, passando per il quale dal Bianco si produce di colori una gamma, senza fine in viventi
Forme commisti e scambiati tra le menti.
Le fessure del mondo noi abbiamo riempito
Di Elfi e folletti ma pure costruito
Dèi e templi a partire dall’ombra e dalla luce, Sparso dei Draghi il seme: fu un’insolenza truce?
Era il nostro diritto, che non è decaduto: creiamo nella legge che tali ci ha voluto.”
J.R.R. Tolkien, ‘Albero e Foglia’, pag. 68